Tre racconti brevi, che parlano d’amore.
Inoue Yasushi riesce a cogliere l’essenza e le sfaccettature del sentimento più importante per l’essere umano in questo libricino.
Amore è una coppia in viaggio di nozze a Kyoto. Lui, avendo trascorso molto tempo in quella città per studio, vorrà stupirla facendole visitare i posti più emozionanti e suggestivi. Deciderà così di portare la sua sposa al Giardino delle Rocce. Però il luogo farà affiorare al ragazzo diversi ricordi.
Lì dentro aveva litigato con il migliore amico e aveva lasciato la sua ragazza, la quale era causa di conflitto tra i due. Questo ricordo lo affliggerà a tal punto da non ascoltare la giovane moglie che gli sta parlando. Uscendo dal giardino, allo sposo tornerà il buon umore, ma non alla ragazza che insisterà per tornare in albergo, preda di un malessere. Il ragazzo successivamente uscirà da solo dalla stanza per andare a trovare il suo vecchio maestro, ma quando farà ritorno in hotel...
Amore è una coppia che decide di investire metà di una vincita alla lotteria per un viaggio di nozze. I due, durante il viaggio, cominceranno a discutere su quale sia la strada più veloce per arrivare all’albergo. Quindi si divideranno a un bivio imboccando ognuno la propria via e percorrendo la strada in solitaria, fino ad rincontrarsi al bivio successivo, vicino all’albergo. Lui arriverà prima e aspetterà molto tempo. Quindi, preoccupato, tornerà indietro fino a incrociare la sua sposa, ma non la troverà. Ci metteranno diverso tempo a raggiungersi, l’uno inseguendo l’altro. Quando finalmente si ricongiungeranno, prenderanno di comune accordo una decisione.
Amore è un ragazzo che decide di morire, di lanciarsi da una scogliera. Però prima ha una missione da compiere: deve terminare di leggere “Viaggio in Oriente”. Quindi prende alloggio in un hotel vicino alla rupe designata per l’ultimo salto e, quando il receptionist gli fa compilare il modulo, lascia vuoto lo spazio dove avrebbe dovuto dichiarare il motivo del soggiorno. Chiederà se era possibile scrivere “suicidio”. Il ragazzo della reception fa dunque notare che l’altro solo ospite della struttura, una ragazza, aveva chiesto la stessa cosa. Quindi proporrà ai due di cenare insieme. Così, la sera, si ritroveranno entrambi seduti al tavolo.
Quello che succederà nelle pagine conclusive è semplice magia.
Il sole autunnale spargeva lungo quella strada tranquilla, dove non passava nessuno, la sua luce fredda e limpida. Il vento faceva ondeggiare i boschetti di bambù sul ciglio della strada. Uomi e Mitsuko camminavano fianco a fianco in quel vento e in quella luce, che brillavano come a Tōkyō sarebbe stato impensabile.
Un piccolo hotel incastonato in una scogliera scoscesa, la spiaggia di ciottoli, il mare indaco: per Sugi, che dopo infiniti fallimenti deve affrontare anche il disonore, è l’approdo cercato – lo scenario ideale per morire. Si è concesso un unico, singolare lusso: tre giorni, il tempo necessario per leggere il resoconto del favoloso viaggio che nel XIII secolo Willem van Ruysbroeck compì attraverso l’impero dei Mongoli. Nulla tranne quel libro lo tiene legato alla vita. Ma l’unica altra ospite dell’albergo, la giovane Nami, nel registrarsi ha indicato come motivo del suo soggiorno «Mors»: forse una criptica richiesta di soccorso, o una sfida lanciata alla sorte. È fatale che fra loro nasca un silenzioso dialogo, che ha la stessa iridescenza del mare in cui entrambi hanno deciso di scomparire. E di astrali rispondenze, impercettibili cataclismi, arcane complicità, beffarde rappresaglie scatenate dai luoghi (come l’abbagliante Giardino di pietra di Kyoto) sono intessuti anche gli altri due, altrettanto memorabili, racconti qui riuniti. Racconti che esplorano, con la sovrana maestria che i lettori del "Fucile da caccia" ben conoscono, quell’indecifrabile e ingannevole universo che si spalanca dietro la parola «amore».
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