Quando abbandonare un libro?

Mi è capitato raramente di non riuscire a terminare un libro.
Quando inizio a leggere un'opera, mi sforzo di portarla alla fine, conscio del fatto che la frase magica, quella che può dare la svolta, che può farti amare davvero un libro, può nascondersi in ogni più buio anfratto.
L'ultimo tomo che ho abbandonato quasi subito è stato "A sangue freddo" di Truman Capote.
Il libro, una delle colonne portanti della letteratura contemporanea, è un capolavoro, non è stata colpa sua. Solo che a me non interessava. Non mi interessava sapere che cosa aveva portato due pazzi senza arte né parte a sterminare una famiglia nel Kansas degli anni 60.
Togliendo il fatto che stragi del genere (vedi Erba) per noi ormai sono triste consuetudine, mentre all'epoca fu un evento apocalittico dal quale Capote ebbe la brillante idea di creare un nuovo genere letterale, il Non-fiction novel; togliendo il fatto che il racconto riesce a toccare diversi temi quale la società dell'epoca, la psicologia degli assassini e tanti altri spunti importanti per chiudere il cerchio su di un fatto atroce, a me, in quel momento, non interessava leggere di quel' argomento.
Capita, sopratutto con i libri che ti regalano. Quindi, il mio consiglio è di tenere sempre nascosta la propria lista libri e di non farsi mai regalare libri da nessuno se non espressamente richiesti.
Ma di questo parlerò in futuro.
Comunque: solitamente quando inizio un libro è perché ho svolto una ricerca preliminare. So cosa sto andando a leggere e tento di prevedere che quello che mi rimarrà è quello che voglio che mi rimanga. Ormai mi conosco, e non mi stupisco più del fatto che mi ritrovo a scegliere di leggere solo libri belli.
Poi, la definisco anche una questione di disciplina. Lasciare le cose a metà non mi piace e se proprio quello che leggo non mi interessa (vedi sopra) o mi fa davvero ribrezzo (evento rarissimo), mi sforzo di arrivare alla fine anche per una sorta di sfida con me stesso (ho già scritto della disciplina dello scrivere. Ebbene, esiste la disciplina anche nel leggere. Ho scritto anche di quella).
Vero è anche che la vita è troppo breve per leggere libri brutti, quindi ognuno deve decidere da sé quanto un libro valga la pena di essere terminato.
Questo mi è successo con "Qualcuno con cui correre" di Grossman.
Non mi piaceva, dalle prime pagine non riuscivo a scovare niente di importante, non mi dicevano nulla i personaggi, quindi l'ho abbandonato circa a un quarto di libro, senza tante remore. E pensare che era autografato dall'autore. Me ne sono sbarazzato con felicità.
Insomma, credo sia davvero importante, prima di leggere, assaporare il libro che si sta per acquistare. Questo è uno dei motivi per cui non acquisto, o lo faccio molto di rado, libri online. Poi, la sorpresa è sempre dietro l'angolo, nel bene o nel male. Quando a meno te lo aspetti, ecco lì la sorpresa, il libro che ti fa innamorare, e magari fino a ieri lo avevi ignorato completamente, o un pregiudizio ti aveva spinto a non considerarlo.
Comunque, mollare un libro è normale. Sta a noi decidere quanta possibilità dargli. E quanta pazienza siamo disposti a concedergli.
Sia mai che improvvisamente diventi il nostro libro preferito.

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