Antichi mestieri e progresso

Fa piacere vedere come stiano tornando in auge certi antichi mestieri.
Uno su tutti il calzolaio. Sembrerà strano, ma sapere che c'è ancora qualcuno che ripara scarpe, mi rassicura.
In un mondo di consumismi sfrenati, dove un oggetto non raggiunge più il suo (già molto breve) ciclo vitale, sapere di avere qualcuno a cui affidare il paio di scarpe a cui si tiene particolarmente, mi fa vivere meglio.
C'è chi tornare a fare legna, chi (ma forse non hanno mai smesso) coltiva ancora l'olivo per ricavarne l'olio. Stanno tornando i ragazzi che investono nell'agricoltura, ma senza dissociarsi per forza dal mondo moderno tornando alla zappa e all'aratro trainato dal bue. No: usando sapientemente la tecnologia per aumentare la resa dei raccolti o per faticare meno nel rassodare un terreno. Che poi è a questo che deve servire la modernità, migliorare lo stile dei vita dei lavoratori, incrementando il raccolto. Ma anche da questa parte poi esageriamo con colture intensive e pesticidi. Vabbé.
Tornando a livello locale, Tante attività stanno chiudendo a favorire dei grandi centri commerciali o di politiche di smobilitazione dal territorio verso luoghi dove costano meno trasporti e manodopera.
Però le persone non si possono certo spostare come burattini: quindi?
E' in questi casi che la capacità di improvvisazione e la creatività diventano le nostre armi segrete. Non ci rimane che usare le proprie capacità e i talenti per non soccombere a un sistema che ha già dimostrato ampiamente i propri difetti. Gli antichi mestieri, collocati in tempi moderni, nascono appunto da questo bisogno di dover comunque lavorare. Ma come rimanere sul mercato di fronte a questi colossi schiacciasassi? Abbinare il lavoro manuale con le tecnologie e con un pizzico di fantasia.
Leggevo che in Giappone è appena stato pubblicato il primo romanzo scritto da un algoritmo. Uno scrittore - robot. Era solo questione di tempo, prima che accadesse.
Non credo ci sarà mai da preoccuparsi per i narratori, non me le immagino le case editrici che si svincolano dai propri autori per farsi scrivere i romanzi da un semplice computer. Ci sarà chi ci proverà, certamente, ma, discorsi economici a parte (che poi l'autore è quello che costa meno, del prezzo di copertina), per quante variabili puoi inserire in un algoritmo, la creatività, la fantasia, l'incoscienza, non potranno mai essere ricreate artificialmente.
Penso non dovremmo avere nessuno paura del progresso. Sono sicuro che nessuno prenderà il posto dell'essere umano, solo ne implementerà le capacità, qualunque mestiere faccia.
Certo, non dobbiamo farci trovare impreparati, e sopratutto ostili. Dobbiamo aprire le porte delle nostre botteghe ed officine e, insieme a tutto quello che ci mettiamo di nostro, lasciarci contaminare da tutto ciò che può venire in nostro aiuto.


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