Dopo una fuga repentina, il nostro eroe, invecchiato nel fisico ma non nello spirito, approderà prima a Minorca, nelle isole Baleari, dove annuserà per la prima volta la presenza di un culto misterioso, poi si recherà a Roma.
L’Urbe, comandata da un manipolo di caporioni e appena ritornata capitale del Papato per mano di un morente Pontefice Gregorio XI, vive una profonda crisi di potere e di identità. I fasti imperialisti sono distanti, ed anzi, il volgo demolisce tutto ciò che rimane delle opere antiche per farne materiale edilizio. La città è trasandata, sporca e pericolosa, ma il peggio deve ancora arrivare: la morte di Gregorio è vicina, e il conclave che verrà sarà condizionato da diversi fattori. Non solo il volgo, con la violenza e le intimidazioni, cercherà di perseguire il proprio scopo di far eleggere un Papa romano, ma anche forze oscure trameranno nell’ombra, anzi, nel sottosuolo, per raggiungere i loro fini.
Eymerich si ritroverà dunque a indagare, questa volta di soppiatto, non avendo nessuna giurisdizione a Roma, condizionato da molti fattori, tra cui l’apparizione di un altro sé stesso che sembra anticiparlo in ogni mossa e, talvolta, aiutarlo nelle indagini.
La storia si snoda con semplicità, grazie alla grande abilità narrativa di Evangelisti, che quando si tratta di descrivere gli stati d’animo e i pensieri del suo eroe, non lesina in parole superflue. Forse si può azzardare un certo legame tra autore e il suo personaggio, dove l’avanzare dell’età lo rende, a sprazzi, talvolta più umano.
Nel romanzo sono immancabili anche i capitoli futuristici, dove il solito Marcus Frullifer, si ritrova in una Catalogna indipendente e anarchica (ma nemmeno troppo), la quale possiede i fondi e le attrezzature da mettere a disposizione dell’astrofisico per la costruzione del Malpertuis, la navicella a psitroni capace di poter muoversi istantaneamente nello spazio. Come, è davvero troppo difficile da spiegare, quindi non resta che leggere il libro.
Evangelisti riprende nel 2017, con “Eymerich risorge”, la saga dell’Inquisitore che aveva deciso di chiudere in anticipo nel 2010 con “Mater Terribilis”, causa un male che avrebbe potuto non dargli più la possibilità di proseguire a scrivere le vicende dell’Inquisitore.
Ma per fortuna, tutto è bene ciò che finisce bene, nel vero senso della parola.
Sulla sua poltroncina, Eymerich giunse le dita, come faceva spesso a Girona quando insegnava Teologia. L’interlocutore era uno solo, oltre a padre Corona, ma ne aveva intuito l’intelligenza. E le ulteriori caratteristiche che la alimentavano: sottigliezza, acume, un certo grado di cinismo. De Luna mancava forse solo di determinazione e di crudeltà, ma era un peccato solo ai suoi occhi.
1378. Evaso dalla prigione in cui il re d'Aragona lo aveva fatto rinchiudere, Eymerich raggiunge Roma, dove papa Gregorio XI ha trasferito la sede pontificia. Gregorio sta morendo, e attorno a lui inizia la contesa che condurrà al Grande Scisma d'Occidente. L'inquisitore si accorge che le risse tra cardinali nascondono dell'altro: un culto pagano bizzarro e dimenticato è risorto dall'oblio e ha contagiato l'alto clero. Solo la proverbiale spietatezza di Eymerich, alle prese con un fantasma che gli è identico, saprà averne ragione. In un'epoca più prossima alla nostra, ma futura, la repubblica di Catalogna è l'unico Stato europeo che si è mantenuto neutrale in un conflitto mondiale devastante. Vi trova rifugio lo scienziato Marcus Frullifer, portatore di teorie capaci di sconvolgere la fisica e la nozione di tempo. Solo che la Catalogna non è lo Stato perfetto che lui crede. Ciò non gli impedisce di costruire l'astronave "Malpertuis", mossa da forze psichiche, che appare in "Nicolas Eymerich, inquisitore", il primo romanzo del ciclo. In un futuro lontanissimo, l'umanità si sta evolvendo in qualcosa d'altro. Si muove oltre i limiti fisici conosciuti nel passato, e si trova a ridosso del Punto Omega, l'estremo dell'universo teorizzato dal gesuita Teilhard de Chardin e da alcuni scienziati moderni. Un misterioso Magister, di leggendaria memoria, regola l'ultimo sospiro del genere umano. Ma sarà davvero l'ultimo, in un cosmo spiraliforme?
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