A completare il post su quanto siano odiose le interruzioni, non posso esimermi dal dedicare una riflessione anche sulla concentrazione.
Come già detto anche parlando della lettura dei libri (alla fine tutto torna), la concentrazione è un fattore fondamentale in ogni attività che svolgiamo. La nostra soglia di attenzione è sensibilmente calata da quando portiamo in tasca un cellulare, ma ancora prima grazie, o per colpa, di TV e computer.
Trattenere lo sguardo su una attività per un periodo di tempo sufficiente a non chiedersi continuamente "cosa stavo facendo?" sta diventando impresa sempre più ardua. Vuoi per le interruzioni, come già detto, ma anche per un deciso ribassamento della capacità di rimanere noi stessi concentrati su obbiettivo.
Gli stimoli esterni sono moltiplicati in ogni ambito, tra suoni, luci, e intrusioni varie. Da lì nasce anche una scarsa qualità del lavoro, ma non solo.
In generale, anche i ritmi di vita non consentono più la totale estraneazione dell'individuo dall'attività. Dobbiamo fare mille cose a ritmi spaventosi, il tempo a nostra disposizione per concludere correttamente una attività è sempre più breve. Questo succede a lavoro, figuriamoci nella vita privata, dove le cose da fare sono così tante che solo prendere un libro in mano è segno di nullafacenza.
Trottare e silenzio.
Parlavo del rispetto della concentrazione di una persona nell'altro post, sopratutto mentre questa sta esponendo una sua idea. Ma mentre il cellulare è un invasore ineducabile per eccellenza, l'essere umano lo è diventato causa maleducazione (già detto) e per fretta. Credo che il parlare addosso a qualcun'altro, o il non rispettare il suo lavoro interrompendolo, sia anche segno dell'intramontabile e ricorrente discorso della fretta che ognuno di noi ormai abbiamo insita dentro.
Esempio lampante: l'auto che ci precede deve svoltare in una viuzza laterale. Questa viuzza ha un cancello elettrico che si apre in pochi secondi. Questi pochi secondi, per noi, sono diventati assolutamente insopportabili.
Non abbiamo più pazienza in nulla, figuriamoci aspettare che qualcuno finisca di fare quello che sta facendo, con calma e concentrazione. Nel frattempo, avremo già tirato fuori dalla tasca il cellulare e guardato lo schermo almeno tre volte.
Per concludere, ho fatto un esperimento. Ho scritto questo post in circa dieci minuti e volevo vedere quante volte mi sono distratto o sono stato interrotto. Ben quattro.
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