Come un imbuto

Una delle cose che mi riescono più difficili è mettere ordine alle idee. Anzi, gestire il flusso, delle idee.
Mi viene spesso in mente un imbuto, dove la quantità di materiale che entra è assai notevole, ma poi dal buchino ce ne passa ben poco. Ma sopratutto da quel maledetto pertugio, le idee, ci passano scombinate, mica in fila indiana come sarebbe logico supporre (e sperare).
A volte mi sento come se il mio cervello fosse dotato di miriadi di binari diretti tutto verso il foglio bianco, ma che alla fine confluiscono in un maledetto tunnel, e le rotaie a mano a mano si uniscono una con l'altra fino a diventare una sola rotaia, sulla quale i vagoni si sono attaccati a mano a mano ma senza ordine, quindi troviamo il vagone ristorante davanti alla prima classe, poi la seconda classe e in fondo il vagone letto. E via così, senza un ordine sensato.
Posso almeno essere soddisfatto del fatto che la motrice là davanti c'è sempre e comunque, che l'idea trainante non va mai ad inquinarsi con qualcos'altro.
Il tunnel, poi, non è mai completamente scuro, qualche plafoniera a neon ogni tanto c'è, sennò non troverei nessuna logica per iniziare a scrivere e proseguire.
Solo con costanza ed impegno, e con un rigoroso taglia e cuci, il risultato riesco, alla fine, a portarlo a casa. Allora la locomotiva, con grande fatica, riesce ad arrivare alla stazione con tutti i vagoni collegati nel modo giusto.
Si, magari la carrozza ristorante può capitare di vederla ancora in coda alla fila, ma è perché l'ho deciso io e doveva essere così.
Se tutto fosse perfetto, sarebbe noioso.

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