In un mondo di consumi e produttività alle stelle, con il mercato saturo di ogni oggetto utile ad ogni scopo, c'è chi prova a resistere, o almeno così dice (depauperismo) in nome di "stavamo meglio quando c'era meno" (anacronistico).
Adesso sugli scaffali fisici e, sopratutto, online, c'è davvero ogni ben di Dio. Hanno creato un oggetto per ogni nostra necessità, e se prima non ci rendevamo conto di avere quel bisogno, adesso, con la marea di dati che hanno su noi stessi, l'opportunità ce la creano. Questo è il motivo per cui personalmente ho eliminato l'account Amazon. Come tanti, anche io ero iscritto e, facendo un giro sul sito di e-commerce più famoso in occidente, mi rendevo conto che avevo disperatamente bisogno di un qualcosa che loro, fantastici, mi mettevano in vetrina come per magia, come se sapessero tutto di me, come se mi volessero coccolare ed aiutare prima ancora che vendermi un prodotto. Quando mi sono reso davvero conto di acquistare oggetti inutili, ho chiesto la chiusura del conto online. Ed è stato davvero difficile poterlo fare.
Creare bisogni è una tattica commerciale vincente, e lo raccontano i numeri di crescita di questi siti che in realtà non fanno niente di speciale, hanno solo portato il commercio ad un livello superiore.
Ma il problema non è solo online: quando entriamo in un supermercato e veniamo ammaliati dalle parole "sconto" e "risparmio", quando i prodotti civetta sono messi lì, ad altezza occhi e a portata di mano, mentre i colori ci ammaliano e ci chiamano come il canto delle sirene, noi ne veniamo inderogabilmente attratti.
Senza tirarla troppo per le lunghe rischiando di andare fuori tema, volevo solo raccontare chi, e mi vengono in mente Mauro Corona e Erri De Luca, sostiene di resistere a questa marea consumistica, in nome dell'antico. Io non lo so se nella propria vita in realtà abusino o no delle novità, rendendo loro degli ipocriti, ma anche questa presa di posizione la trovo fuori luogo.
Io credo fortemente nel buon senso in ogni aspetto nella vita. Acquistare senza freno prodotti online non è buonsenso, come non è buonsenso negarsi a prescindere il mercato digitale per fare il bastian contrario, o per apparire "mainstream". Personalmente, io preferisco acquistare la merce nei negozi locali, nemmeno nei grandi magazzini. Quando non è possibile, perché magari non trovo il prodotto che cerco, uso eBay, e la merce mi arriva a casa con regolare scontrino di vendita dal commerciante che, astutamente, si è creato un negozio sulla piattaforma implementando così le proprie vendite e il proprio pubblico. Amo premiare chi si da da fare e non cade nell'autocommiserazione del "ma ora l'internet... La concorrenza dei grandi magazzini..."
Non mi piace circondarmi di oggetti, non credo di essere materialista: mi piace avere quello che mi serve, che abbia una accettabile qualità/prezzo, che sia magari stata acquistato da chi ogni mattina alza una serranda. Ma non rinnegherò mai la tecnologia o il nuovo prodotto a prescindere, sopratutto se mi serve. Sopratutto in nome di "quando si stava meglio".
Intanto il progresso non si può fermare, tanto vale utilizzarlo con buonsenso per migliorare le nostre vite. Una domanda che mi si pone però è: quando è che questa benedetta evoluzione, a braccetto con lo sfrenato consumismo, avranno saturato il mercato? Capiterà mai? Cosa succederà se le persone smettono di comprare perché i bisogni saranno già ampiamente soddisfatti e sarà sempre più difficile crearne di nuovi?
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