Un'altra riflessione sulle fotografie

Non sono un grande amante delle fotografie. Forse ne ho già parlato in passato.
Mi piace scattarle, mi piace archiviarle, ma poi non le guardo. Preferisco provare a ricordare i momenti, magari con l'aiuto di una sensazione, un odore, un suono. So che me ne pentirò, che tra qualche anno gran parte dei ricordi saranno svaniti. Allora benedirò le fotografie che ho accumulato.
Però mi sono detto: perché non acquistare una Instax? L'evoluzione della vecchia Polaroid, in pratica. Hai lo sviluppo istantaneo, ma la "carta" contata.
Individuare il soggetto, o il momento, inquadrarlo per bene, studiare la luce, click. 
Stampa. 
Foto. 
Ha senso. Poche foto, ricercate e con un significato reale.
Un problema delle macchine digitali è che si archiviano un sacco di fotografie senza farle sviluppare. Discutibile è anche la qualità delle foto che si scattano, spesso tutte uguali e senza un senso. Click riversati a caso, inquadrature sfocate, e tutte quelle cose a cui si dovrebbe far attenzione come esposizione, inquadratura etc. Pur non essendo un esperto, riconosco che le foto andrebbero fate bene, perlomeno studiate un minimo.
Gli album si accumulano morbosamente sui cloud, negli hard disk e nei cd, ma alla fine, in mano, non si ha nulla. Tutto è vacuo. Basta un pc che fa le bizze e si perde tutto. Solo una password ci separa dall'oblio. 
La polaroid invece è lì, palpabile. La puoi toccare, appendere, regalare.
Per adesso non l'ho ancora acquistata. Non ho granché da fotografare, anche a causa del covid che non mi permette di viaggiare. 
Sarà una delle cose che valuterò se mettere in valigia appena avrò la possibilità di partire.
Ora ho solo da crogiolarmi nei ricordi di viaggi passati cercando di non far ricorso agli album sul cloud.
E sognare sempre nuove mete.




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